Cani tenuti in luoghi in salubri: padrona condannata
Decisivo il resoconto fornito dalle forze dell’ordine all’esito di un controllo. Appurata così la presenza di luoghi di detenzione sporchi e insalubri e di animali tenuti in evidente stato di abbandono

Luoghi insalubri e cani tenuti in condizioni precarie: sacrosanta la condanna. Accertata in via definitiva (sentenza numero 38884 del 23 ottobre 2024 della Cassazione) la responsabilità penale di una donna messa nei guai da un servizio di ‘Striscia la Notizia’. Decisivo, però, il controllo compiuto dalle forze dell’ordine, che ha consentito di appurare la presenza di luoghi di detenzione sporchi e insalubri e di animali tenuti in evidente stato di abbandono. Legittimo, secondo i giudici, parlare di maltrattamento di animali. L’avvocato difensore della donna, invece, ha provato a ridimensionare la vicenda, lamentando l’erronea valutazione dei fatti e delle prove raccolte, anche con riferimento al peso specifico attribuito al decesso di due cani, e sostenendo l’assenza dell’elemento oggettivo del reato nella condotta presa in esame dai giudici. In aggiunta, poi, il legale ha lamentato anche il riferimento del giudice del Tribunale a dati extraprocessuali, quale il servizio di ‘Striscia la notizia’ che ha dato avvio al procedimento. Queste obiezioni sono irrilevanti, secondo i magistrati di terzo grado, poiché costituiscono maltrattamenti, idonei ad integrare il reato di abbandono di animali, non soltanto quei comportamenti che offendono il comune sentimento di pietà e mitezza verso gli animali per la loro manifesta crudeltà, ma anche quelle condotte che incidono sulla loro sensibilità psico-fisica, procurando loro dolore e afflizione. Con l’aggiunta, però, di una ulteriore considerazione: il reato di abbandono di animali è integrato dalla detenzione degli animali con modalità tali da arrecare gravi sofferenze, incompatibili con la loro natura, avuto riguardo, per le specie più note (quali, ad esempio, gli animali domestici), al patrimonio di comune esperienza e conoscenza e, per le altre specie, alle acquisizioni delle scienze naturali». Tornando alla vicenda oggetto del processo, viene rilevato che gli esiti del sequestro compiuto dalle forze dell’ordine hanno restituito la presenza di luoghi di detenzione sporchi e insalubri e di animali tenuti in evidente stato di abbandono. E tali condizioni, pur non potendo essere eziologicamente ricollegate in termini di certezza al decesso di due cani, sicuramente si sono tradotte in gravi sofferenze per gli animali.