A che titolo risponde il venditore in caso di auto di provenienza illecita?
Nel caso di vendita di un'automobile con documenti falsi e/o telaio contraffatto, si configura un caso di inadempimento contrattuale. Di conseguenza, il venditore è responsabile per il risarcimento ai sensi dell'articolo 1494 del codice civile, con la presunzione di colpa a suo carico

Il Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, in una recente decisione riguardante la responsabilità del venditore di un'auto con documentazione falsa sulla proprietà, ha stabilito che in tal caso si configura un inadempimento contrattuale. Questo caso si distingue dalla situazione in cui il bene venduto presenta difetti o manca delle qualità promesse, che rientra nell'ambito dell'inesatto adempimento e comporta regole di risarcimento differenti.
Il giudice ha osservato che la vendita di un veicolo con documenti falsi e telaio contraffatto rappresenta un caso di "aliud pro alio", dove il bene venduto è sostanzialmente diverso da quanto inizialmente dichiarato. In questo caso, l'acquirente può agire per risolvere il contratto o richiedere un risarcimento ai sensi dell'articolo 1494 del codice civile, senza dover rispettare i termini di decadenza e prescrizione previsti per i difetti, ma seguendo la prescrizione ordinaria decennale (art. 1453 c.c.).
Nella sentenza, il Tribunale ha richiamato altri casi di vendita "aliud pro alio", dove l'elemento centrale è l'illegalità giuridica, concludendo che la vendita di un'auto con gravi irregolarità (come documenti falsi o telaio contraffatto) impone al venditore una responsabilità risarcitoria diretta, a meno che possa dimostrare l'assenza di colpa.
Questo principio è fondamentale per proteggere l'acquirente e garantire il pieno rispetto degli accordi contrattuali, rispettando i doveri di diligenza e trasparenza del mercato, assicurando che le parti aderiscano a standard professionali elevati (Trib. Barcellona Pozzo di Gotto del 27 settembre 2024).